Dhugal Meachem è un insegnante, formatore di yoga, anatomista ed esperto delle tradizioni del moderno Yin e dell’ Hatha Yoga.
Dhugal ha girato il mondo in lungo e in largo; parla mandarino, cantonese e un po’ di francese, studia da lungo tempo la spiritualità orientale, in particolare il taoismo, il buddismo tibetano e il tai chi della famiglia Yang. Ex tecnico per una start-up nel campo della tecnologia mobile, Dhugal è uno dei pochi insegnanti YogaMazé certificati a livello mondiale e continua a studiare anatomia approfonditamente con Paul & Suzee Grilley.
Con i suoi capelli rossi, i suoi caratteristici occhiali gialli e gli arguti riferimenti culturali, Dhugal è tutto fuorché il tipico insegnante di yoga. Prova a immaginare: il wasabi incontra l’haggis, la cultura pop incontra la filosofia antica, l’ austerità incontra la compassione e la schiettezza incontra l’ironia. Dhugal è un osservatore incessantemente curioso, avventuriero e cittadino del mondo i cui teacher-training e le classi yoga sono un vibrante mix di nuove prospettive culturali, filosofia Yoga e Taoista, umorismo e scoperta di nuove potenzialità.
Dal 2011, Dhugal ha aiutato centinaia di persone in tutto il mondo a sentirsi a casa attraverso le pratiche fisiche del moderno Yin e Hatha Yoga e l’antica filosofia orientale. Dhugal offre una formazione completa riconosciuta da Yoga Alliance della durata di 500 ore, suddivisa in cinque distinti programmi che comprendono sia lo studio di pratiche Yin e Yang.
LA MIA STORIA
Secondo la tradizione familiare, sono stato concepito in Nigeria, ma sono nato a Edimburgo, in Scozia. Ai miei genitori piaceva coniugare viaggi e lavoro e, fino a poco tempo fa, credevo che fosse quello che tutti hanno fatto durante l’infanzia: essere cittadini del mondo, spostare valigie ogni due anni in un nuovo continente, totalmente confusi da tutte quelle differenze tra culture diverse che sembrano impedirci di capirci a vicenda.
Per 20 anni ho vagato per l’Europa e l’Asia, con gli occhi spalancati e profondamente curioso, rimanendo abbagliato da tutta la bellezza in cui mi sono imbattuto, e soprattutto scottato dal sole. Dopo una laurea in studi cinesi nel Regno Unito e Taiwan, sono (più o meno) cresciuto ed ho scombinato i progetti di tranquillità e stabilità della mia ragazza per andare a vivere in una delle metropoli più frenetiche del mondo: Hong Kong.
Ho trascorso i successivi 20 anni in Cina e dintorni, un paese straordinario, durante gli anni Novanta, in cui la Cina è passata dall’essere un paese a volte crudele e chiuso al resto del mondo a un esperimento umano su scala nazionale, che si è affacciato al mondo dopo 40 anni di violenza e rigida obbedienza e asservimento al potere.
Ed io ero lì, mentre partecipavo attivamente all’esperimento umano: assistendo all’invenzione della dattilografia cinese (e di un gruppo di idiomi indiani) per i telefoni cellulari, in qualità di referente sul campo per più aziende tecnologiche della Silicon Valley, e perfino in qualità di traduttore per Jackie Chan (prima che parlasse inglese!), il tutto mentre conseguivo un dottorato post-laurea molto utile nel cinema Kung Fu di Hong Kong.
Ho preso il maggior numero di anni sabbatici che ho potuto: ho girato la via della seta, ho scalato montagne buddiste e taoiste, ho imparato e insegnato Tai Chi Chuan della famiglia Yang, e ho avuto il coraggio di sistemarmi e costruire una famiglia. Il mio amore, Josephine, è riuscita a sistemarsi come voleva.
Mi sono dilettato nello studio della medicina cinese, del cinema di Hong Kong e nell’agricoltura biologica.
Ma tutti i viaggi, le distrazioni e le stanze d’albergo senz’anima stavano iniziando a pesarmi. Ero solo e avevo bisogno di un cambiamento quando mi sono ritrovato su un tappetino da yoga nero per la prima volta, mettendo in discussione questa nuova avventura, questo viaggio interiore.
In pochi anni ho completato numerosi corsi di formazione per insegnanti, aperto uno studio di yoga e ho capito che lo yoga poteva essere una costante, una casa, una via di mezzo, il giusto compromesso, non importa dove fossi nel mondo.
Attraverso lo yoga, ho incontrato persone da tutto il mondo,le quali anch’esse avevano dimenticato cosa significasse realmente essere a proprio agio con se stessi.
Una buona salute e una mente tranquilla sono bisogni universali che tutti condividiamo e a cui tutti aspiriamo.
Ho fatto molto yoga e studiato anatomia in modo approfondito. Ho scoperto che questo corpo non può (e non sarà mai in grado) di fare ogni “posa yoga nel libro”, non importa quanto duramente mi eserciti.
Attraverso la pratica diligente e lo studio, ho imparato che i limiti del mio corpo erano irrilevanti perché lo yoga non si tratta di collezionare quante più asana. Ho anche imparato che le persone con corpi che possono fare tutto non sono necessariamente grandi leader.
Lo yoga significa fare il tuo yoga secondo il tuo modo.
Lo yoga consiste nel praticare con disciplina e ardore e toccare con mano ciò di cui si capaci e ciò che si può arrivare a fare.
Lo yoga consiste nell’ essere così dannatamente a proprio agio con se stessi e nell’essere se stessi tanto da contagiare gli altri. Questo prendere casa attraverso le pratiche yoga nella nostra vera natura ha un riverbero in ogni aspetto della nostra vita, nel nostro lavoro, nelle relazioni, nella nostra educazione e crescita personale.
Condivido questa missione con tutti gli studenti che frequentano i miei corsi di formazione.
Per me, questo è lo scopo dell’insegnamento dello yoga, promuovere il benessere nella società moderna e nelle comunità in cui ciascun insegnante opera, aiutare le persone a trovare se stessi e risplendere attraverso le pratiche.
Questo sembra essere il viaggio della mia vita.